martedì 5 gennaio 2021

La cattiva notizia è che il tempo vola. La buona notizia è che sei il pilota.


di Alessandra Raffaele

Primo libro letto nel 2021: “Fino alla fine del Tempo” di Brian Greene, Einaudi (edizione 2020), composto da 364 pagine + 39 pagine di note (interessanti) per un totale complessivo di 403 pagine. Tempo di lettura: 5 giorni (finito oggi), con una media di 80,6 pagine al giorno. Giudizio sintetico: buono, da leggere. Genere: saggio scientifico sull’evoluzione e il destino dell’Universo e del pensiero.

E’ il quarto libro che ho letto di Greene, gli altri tre sono stati: “L’Universo elegante” (il suo primo grande successo, ha vinto il Premio Pulitzer), “La trama del Cosmo” (insuperabile, il mio preferito) e “La realtà nascosta”, tutti pubblicati da Einaudi. Nonostante io ritenga che questo sia il suo libro meno riuscito, in confronto ai primi tre, ciò nonostante lo consiglio vivamente.

Brian Greene è sempre Brian Greene, ovvero un grandissimo divulgatore scientifico con una scrittura trascinante e accattivante, che fa ampio uso di metafore efficaci e illuminanti (è forse questo il suo segreto?). E’ sicuramente uno dei miei scrittori di scienza preferiti. “Fino alla fine del tempo” è un libro un po' diverso rispetto al suo standard, con un sottotitolo ambizioso: “Mente, materia e ricerca di significato in un universo in evoluzione” Greene ci conduce in un viaggio a cavallo tra la scienza fisica più rigorosa e alcune incursioni nelle materie umanistiche quali la filosofia, la storia, l’antropologia fino alla psicologia e, nonostante una mia prima reazione di leggera insofferenza a questo approccio multidisciplinare (cosa ci fanno qui questi argomenti che distraggono e sono messi sullo stesso piano dei miei amati e rigorosi concetti scientifici?), alla fine l’ho trovato molto arricchente e di grande ispirazione. 

Preparatevi quindi ad un libro non solo di cosmologia ma anche di biologia (si, si lo so che questa è una scienza, ma non fa parte delle scienze “dure”) e antropologia e, perché no, di filosofia. Un Greene quindi meno “tecnico”, meno centrato sulla meccanica quantistica, che è stata il cuore e il fulcro dei suoi libri precedenti, e più “culturale”, che spazia su ogni fronte della conoscenza umana, esaminando anche i concetti di mito e religione, per investigare sulle loro valenze adattive nell’ambito della selezione naturale di Darwin. Il libro si pone il fine, ambizioso, di ripercorrere la storia dell’Universo dal Big Bang a noi, per poi lanciarsi un una “psichedelica”, e a tratti inquietante, corsa verso i possibili “futuri” dell’Universo e, soprattutto, verso il futuro del pensiero. Ed è su questo punto che troviamo alcuni tra gli spunti più originali. Dai “Cervelli di Boltzmann”, misteriose intelligenze che nascono da un’improvvisa e casuale diminuzione di entropia, all’enigmatica figura del “Pensatore”, ultimo baluardo del pensiero che per “sopravvivere” in un universo in continua espansione deve abbassare la propria temperatura per smaltire con parsimonia la sua entropia.

I brani del libro che ho preferito, per ragioni meramente di gusto personale, sono quelli legati alla descrizione astrofisica del cosmo, come ad esempio, nel capitolo IX, il paragrafo: “Il Sole nero” che tratta dell’evoluzione stellare, argomento complesso e difficile che Greene riesce a sintetizzare in modo semplice e chiarissimo, nonostante la grande semplificazione che ha operato sull’argomento (nessun diagramma HR, nessun dato, nessuna dettaglio chimico, nessuna formula) trovo questa descrizione una delle migliori e più illuminanti che io abbia mai letto sull’argomento (e ho letto tanto). Molto piacevoli anche i capitoli sull’entropia (capitolo II: il linguaggio del tempo e capitolo III: le origini e l’entropia). Forse questo libro più divulgativo, meno tecnico e “apparentemente” più semplice degli altri è utile, paradossalmente, non ai neofiti, ma a coloro che sono già ad un livello medio/alto di conoscenza sull’argomento, perché chiarisce e riassume tutto quello che hanno imparato fin’ora e gli fa dire, come a me: “Allora è proprio così! Ora mi sembra di averlo capito meglio”. Inoltre traspare vivo e palpitante, l’entusiasmo di Greene per la vita ed il pensiero umano, una dichiarazione d’amore travolgente che non viene meno neppure quando ci trascina fino agli scenari più tristi e desolati che, secondo la scienza, ci aspettano: la fine dell’Universo. Di fronte alla razionalizzazione e accettazione dell’impermanenza umana e dell’Universo stesso, Greene risponde assegnando ancora più valore e grandezza al nostro essere che è visto come una gemma preziosissima da proteggere, fino alla fine del tempo. Grazie Brian, per aver arricchito e reso grande il mio (brevissimo) tempo.

Ecco i titoli dei capitoli:

I Il richiamo dell’eternità (Inizi, fini e oltre)

II Il linguaggio del tempo (Passato, futuro e cambiamento)

III Le origini e l’entropia (Dalla creazione alla struttura)

IV Informazione e vitalità (Dalla struttura alla vita)

V Particelle e coscienza (Dalla vita alla mente)

VI Linguaggio e storie (Dalla mente all’immaginazione)

VII Cervelli e fede (Dall’immaginazione al sacro)

VIII Istinto e creatività (Dal sacro al sublime)

IX Durata e impermanenza (Dal sublime all’ultimo pensiero)

X Il crepuscolo del tempo (Quanti probabilità e eternità)

XI La nobiltà dell’essere (Mente materia e significato)

Brian Greene (New York, 1963): Insegna fisica e matematica alla Columbia University, New York. E’ anche scrittore e divulgatore scientifico. E’ tra i più importanti studiosi della teoria delle stringhe.



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