di Alessandra Raffaele
Primo
libro letto nel 2021: “Fino alla fine del Tempo” di Brian Greene,
Einaudi (edizione 2020), composto da 364 pagine + 39 pagine di note
(interessanti) per un totale complessivo di 403 pagine. Tempo di
lettura: 5 giorni (finito oggi), con una media di 80,6 pagine al
giorno. Giudizio sintetico: buono, da leggere. Genere: saggio
scientifico sull’evoluzione e il destino dell’Universo e del
pensiero.
E’
il quarto libro che ho letto di Greene, gli altri tre sono stati:
“L’Universo elegante” (il suo primo grande successo, ha vinto
il Premio Pulitzer), “La trama del Cosmo” (insuperabile, il mio
preferito) e “La realtà nascosta”, tutti pubblicati da Einaudi.
Nonostante io ritenga che questo sia il suo libro meno riuscito, in
confronto ai primi tre, ciò nonostante lo consiglio vivamente.
Brian
Greene è sempre Brian Greene, ovvero un grandissimo divulgatore
scientifico con una scrittura trascinante e accattivante, che fa
ampio uso di metafore efficaci e illuminanti (è forse questo il suo
segreto?). E’ sicuramente uno dei miei scrittori di scienza
preferiti. “Fino alla fine del tempo” è un libro un po' diverso
rispetto al suo standard, con un sottotitolo ambizioso: “Mente,
materia e ricerca di significato in un universo in evoluzione”
Greene ci conduce in un viaggio a cavallo tra la scienza fisica più
rigorosa e alcune incursioni nelle materie umanistiche quali la
filosofia, la storia, l’antropologia fino alla psicologia e,
nonostante una mia prima reazione di leggera insofferenza a questo
approccio multidisciplinare (cosa
ci fanno qui questi argomenti che distraggono e sono messi sullo
stesso piano dei miei
amati e
rigorosi
concetti
scientifici?),
alla fine l’ho trovato molto arricchente e di grande ispirazione.
Preparatevi quindi ad un libro non solo di cosmologia ma anche di
biologia (si, si lo so che questa è una scienza, ma non fa parte
delle scienze “dure”) e antropologia e, perché no, di filosofia.
Un Greene quindi meno “tecnico”, meno centrato sulla meccanica
quantistica, che è stata il cuore e il fulcro dei suoi libri
precedenti, e più “culturale”, che spazia su ogni fronte della
conoscenza umana, esaminando anche i concetti di mito e religione,
per investigare
sulle loro
valenze adattive nell’ambito
della
selezione naturale di Darwin. Il libro si pone il fine, ambizioso, di
ripercorrere la storia dell’Universo dal Big Bang a noi, per poi
lanciarsi un una “psichedelica”, e a tratti inquietante, corsa
verso i possibili “futuri” dell’Universo e, soprattutto, verso
il futuro del pensiero. Ed è su questo punto che troviamo alcuni tra
gli spunti più originali. Dai “Cervelli di Boltzmann”,
misteriose intelligenze che nascono da un’improvvisa e casuale
diminuzione di entropia, all’enigmatica figura del “Pensatore”,
ultimo baluardo del pensiero che per “sopravvivere” in un
universo in continua espansione deve abbassare la propria temperatura
per smaltire con parsimonia la sua entropia.
I brani del libro che ho
preferito, per ragioni meramente di gusto personale, sono quelli
legati alla descrizione astrofisica del cosmo, come ad esempio, nel
capitolo IX,
il paragrafo: “Il Sole nero” che tratta dell’evoluzione
stellare, argomento complesso e difficile che Greene riesce a
sintetizzare in modo semplice e chiarissimo, nonostante la grande
semplificazione che ha operato sull’argomento (nessun diagramma HR,
nessun dato, nessuna dettaglio chimico, nessuna
formula)
trovo questa descrizione una delle migliori e più illuminanti che io
abbia mai letto sull’argomento (e ho letto tanto). Molto piacevoli
anche i capitoli sull’entropia (capitolo II: il linguaggio del
tempo e capitolo III: le origini e l’entropia). Forse questo libro
più divulgativo, meno tecnico e “apparentemente” più semplice
degli altri è utile, paradossalmente, non ai neofiti, ma a coloro
che sono già ad un livello medio/alto di conoscenza sull’argomento,
perché chiarisce e riassume tutto quello che hanno imparato fin’ora
e gli fa dire, come a me: “Allora è proprio così! Ora mi sembra
di averlo capito meglio”. Inoltre traspare vivo e palpitante,
l’entusiasmo di Greene per la vita ed il pensiero umano, una
dichiarazione d’amore travolgente che non viene meno neppure quando
ci trascina fino agli scenari più tristi e desolati che, secondo
la scienza,
ci aspettano: la fine dell’Universo. Di fronte alla
razionalizzazione e accettazione dell’impermanenza umana e
dell’Universo stesso, Greene risponde assegnando ancora più valore
e grandezza al nostro essere che è visto come una gemma
preziosissima da proteggere, fino alla fine del tempo. Grazie Brian,
per aver arricchito e reso grande il mio (brevissimo)
tempo.
Ecco
i titoli dei capitoli:
I
Il richiamo dell’eternità (Inizi, fini e oltre)
II
Il linguaggio del tempo (Passato, futuro e cambiamento)
III
Le origini e l’entropia (Dalla creazione alla struttura)
IV
Informazione e vitalità (Dalla struttura alla vita)
V
Particelle e coscienza (Dalla vita alla mente)
VI
Linguaggio e storie (Dalla mente all’immaginazione)
VII
Cervelli e fede (Dall’immaginazione al sacro)
VIII
Istinto e creatività (Dal sacro al sublime)
IX
Durata e impermanenza (Dal sublime all’ultimo pensiero)
X
Il crepuscolo del tempo (Quanti probabilità e eternità)
XI
La nobiltà dell’essere (Mente materia e significato)
Brian
Greene (New York, 1963): Insegna fisica e matematica alla Columbia
University, New York. E’ anche scrittore e divulgatore scientifico.
E’ tra i più importanti studiosi della teoria delle stringhe.